Presentazioni / Lezioni (aggiornato 06/2009)
IL MEGLIO E’ L’INIMICO DEL BENE: LA GOOD-ENOUGH SOCIETY
Sopraffatti dal passo incessante e anzi sempre accelerato dell’innovazione tecnologica, da qualche lustro siamo ormai entrati nella cultura del “buono quanto basta”. Le sue manifestazioni comprendono Wikipedia, la telefonia IP, l’audio Mp3, le tablature in luogo dei pentagrammi, la personalizzazione di massa, la cultura breadth-first, il superstore, la Service Oriented Architecture, e molto altro ancora. Dove condurrà questo megatrend e che influenza potrà avere sul mondo del business e sulla vita di imprenditori e manager? Un viaggio nel futuro che è già iniziato, per scoprire insieme che da 6-Sigma si passerà a 3-Sigma, dall’ottimo al subottimo, dalla pianificazione al prototyping permanente, dalla rincorsa al top a quella dell’aurea mediocrità oraziana.
WIKINOMICS E INTELLIGENZA DELLE FOLLE
Da più parti si prospetta una trasformazione del modello di impresa da dirigistico a democratico, da chiuso ad aperto. Gli ingredienti ci sono tutti: dall’open innovation e al crowdsourcing alla partecipazione dei clienti alla progettazione di prodotti e servizi; dal “wisdom of crowds” alla gestione degli asset intangibili; dalla e-politics al crescente interesse per modelli di governance aziendale a base allargata, come la “SpA digitale”. Succederà che le imprese muteranno in “nuvole” di competenze opportunistiche ed eventualmente evanescenti? Quando? Come? E, più concretamente: al di là dell’effettivo esito, quale impatto avranno questi sommovimenti sulla vita aziendale vera?
CHE BARBA LA COMPLESSITA’!
Il mondo diventa sempre più interconnesso e complesso. Dunque non è strano che aumentino pubblicazioni, attività consulenziali e software che si propongono di importare la “teoria della complessità” nella prassi gestionale. Ciò sta però avvenendo in modo maldestro, con concetti scientifici profondi deformati e a volte trasformati in caricature. L’effetto finale è puro terrorismo culturale ai danni dei manager, il 99% dei quali non hanno alcun bisogno della complessità, come vogliono far loro credere i consulenti che spargono paura, incertezza, dubbi. E quelli che, invece, devono occuparsene, farebbero bene a comprendere meglio i concetti scientifici di base, elementari. Al termine della sessione ci si scopre capaci di conversare fluentemente con tutti coloro che oggi pronunciano paroloni fascinosi e cool per dire cose che, una volta capite davvero, possono essere dette anche semplicemente. La presentazione è ispirata a: Paolo Magrassi, Difendersi dalla complessità. Un kit di sopravvivenza per manager, studenti e perplessi (Franco Angeli, 2009).
DA FANTOZZI ALLA NANOCHITARRA: TECNOLOGIE NEL RADAR
Le tecnologie digitali stanno cambiando ben altro che il business: esse modificano il nostro modo di stare nella natura. La più classica delle presentazioni di Paolo Magrassi, in evoluzione dal 1999 e accolta con plauso da partecipanti di tre continenti. Si è manifestata anche in opere scritte come Technologies Soon To Enter Your Radar Screen (Gartner, 2001), A World Of Smart Objects (Gartner, 2002), Dizionario dell’economia digitale (il Sole 24Ore, 2002, a cura di V. Di Bari) e 2015 Weekend nel futuro (Il Sole 24Ore, 2005, con V. Di Bari). I partecipanti lasciano l’evento con una dispensa che contiene la descrizione delle tecnologie che avranno maggior impatto sul loro lavoro nei cinque anni successivi, con tanto di probabilità e curve di impatto nel tempo. I temi sono svolti in modo informato (l’oratore è un fisico di formazione e un esperto di tecnologie digitali), godibile, comprensibile, interattivo. Diffidare delle imitazioni…
STAND UP!
Da sempre scettico circa la capacità, da parte della gran parte delle organizzazioni, di trarre vantaggio competitivo dall’information technology (IT), tuttavia Paolo Magrassi è sempre stato insofferente del noioso clima di diffidenza creatosi intorno alle tecnologie a partire dallo sboom di Wall Street del 2000. Così, osteggiando il proprio gusto personale ma felice di muovere contro i propagatori di luoghi comuni e i conformisti, a partire dal 2003 ha raccolto nel seminario StandUp! le evidenze scientifiche che depongono a favore dell’impatto dell’IT sul business. Alla base della presentazione sta la metodologia AlphaIC per la valutazione della competitività (sviluppata con il consulente strategico Alessandro Cravera), che consente di stimare il valore degli investimenti tecnologici ben al di là delle antiquate tecniche di ROI. Essa è stata presentata anche in P.Magrassi, “The AlphaIC Method: Assessing the Business Impact of IT in the Knowledge Economy”, Proceedings 12th European Conference on Information Technology Evaluation, Turku, Finland, 29-30 September, 2005.
ECONOMIA DELLA CONOSCENZA: LO SCATTO CHE CI SERVE
Il divario in termini di capacità di ricerca e sviluppo e di innovazione tra la società italiana e una come quella statunitense è enorme e incolmabile per parecchie generazioni a venire. Se esso sarà mai effettivamente colmato, ciò probabilmente avverrà in sèguito a un salto quantico nel costume, nella società e nella politica italiane, e non a una serie di misure correttive. Il che non significa che queste non debbano e possano essere intraprese. La presentazione si basa su un’esperienza pluridecennale di vita in America, sugli approfonditi legami con ambienti di ricerca e innovazione sulle due sponde dell’Atlantico, e su numerose esperienze di Paolo Magrassi come professore a contratto in università europee e statunitensi.